Un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori australiani e pubblicato sul British Medical Journal sostiene che il paracetamolo sia inefficace nel trattamento di mal di schiena e artrite.
Lo studio
Lo studio nasce partendo dalla considerazione che il mal di schiena è un disturbo che affligge circa 26 milioni di persone ogni anno nel Regno Unito e che il sistema sanitario nazionale raccomanda l’uso di questo farmaco per trattare un simile dolore.
Non solo: lo stesso è consigliato e impiegato anche per i dolori derivanti da artrosi o infiammazioni lombari.
Dopo aver osservato i dati raccolti da circa 5000 pazienti trattati con paracetamolo, i ricercatori hanno concluso che il farmaco è stato inefficace per combattere il mal di schiena e i miglioramenti per i dolori dell’artrosi sono stati talmente lievi da essere clinicamente trascurabili.
L’indagine dimostrerebbe che non solo il principio attivo finora consigliato non è efficace per questo tipo di dolore, ma addirittura tossico per l’attività del fegato. Secondo Gustavo Machado, uno dei ricercatori del team, il paracetamolo è cosi tanto comunemente utilizzato (e consigliato dal sistema sanitario nazionale) come farmaco risolutivo per i disturbi citati, che, alla luce di questi nuovi dati, è obbligatorio rivedere le prescrizioni e le raccomandazioni dei medici.
L’esercizio fisico come alternativa
Secondo gli autori della ricerca, quindi, la strada più efficace sarebbe quella di dedicarsi all’attività fisica con una certa regolarità per prevenire l’insorgere di dolori. Ma le voci sollevatesi a seguito di queste affermazioni non sono del tutto allineate. Secondo l’Istituto di Sanità britannico è presto per prendere decisioni e bisognerà attendere riscontri più specifici che prendano in esame un insieme più vasto di farmaci e non uno solo.
L’Istituto per la ricerca sull’artrite, tramite un portavoce, ammette che il paracetamolo non sempre funziona, ma chiede di non considerarlo inutile dal momento che alcune persone provano comunque dei benefici dal suo utilizzo.
Infine, secondo Royal Pharmaceutical Society, esistono certamente altri farmaci più efficaci, come gli oppiacei o gli anti-infiammatori non steroidei, ma questi comprendono una serie di effetti collaterali non sempre tollerabili.
Fonte: pazienti.it